Cinque Mangio

In risposta all’ennesimo post di piatto vegano dall’amico Francesco

Il casus belli

Tofu siccome immobile
condita più del giusto
stette la soja immemore
orba di tanto gusto
così percossa e attonita
la chat al Ciccio sta

Muta pensando all’ultimo
pasto di quel vegano
né sa quando di simile
pietanza al melograno
lui la cruenta immagine
ancor ci proporrà

Lui, folgorato, in olio
vide il mio piatto e tacque
e poi con vece assidua
mangiò quel niente e giacque
di mille gusti il tremito
papilla sua non ha

Vergin di manzo in umido
di lardo col formaggio
sorge or commosso al subito
sparir del mio foraggio
lavato con un calice
che meglio ancor lo fa

Dall’Alpi alla Calabria
dal Thames al San Lorenzo
di quel securo il sedano
poteva essere un pranzo
giurò da Roma ad Ottawa
dall’uno all’altro mar

Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza: nui

chiniam la fronte al Massimo

Fattor, che volle in lui

del creator suo spirito

più magra orma stampar

La porcellosa e trepida

gioia di un desco pregno
l’ansia d’un cor che indocile
sbafa senza ritegno
lui lascia a noi carnivori
mentre va a pedalar

Nulla ei provò: la sugna

maggior dopo il coniglio
il cordon bleu volatile
o il brodo con l’artiglio
 —
egli ammirava l’orti
il grano a manducar

Eh, si, no, no: due tuberi

l’uno con l’altro arrosto

fan da contorno al cavolo
stufato per il pasto

ei fe’ silenzio e un broccolo

appose in mezzo a lor

E sparse un po’ di spezie

sul cotto a micro-onda

segno d’immensa invidia

e di pietà profonda

d’inestinguibil odio

e d’indomato amor

Come sul capo al naufrago

l’onda s’avvolve e pesa

l’onda su cui del misero

alta pur dianzi e tesa

scorrea la vista a scernere
ragù di carne invan

Quale sul piatto il cumulo

delle verdure sciape!

Oh quante volte ai crapuli

narrar di ceci e rape

pur tra gli insulti soliti

cadde sua stanca man!

Oh quante volte, al tacito

morir d’un giorno inerte

chinati i rai fulminei
le braccia al sen conserte

stette, e dei dì che furono

l’assalse il sovvenir!

E ripensò le soffici
polpette della nonna
e i rollé insuperabili
e i sughi della mamma
e il fegato al balsamico
e il cupido inghiottir

Ahi! forse a tanto strazio

cadde lo spirto anelo

e disperò: ma valida

venne una man dal cielo

e a dieta più appetibile

pietosa il trasportò


E l’avviò, pei floridi

sentier dell’abbondanza

ai bistecconi, il premio

che i desidéri avanza

dov’è silenzio e tenebre

la fame che passò


Bella Immortal! benefica

ciccia alla griglia avvezza!
Spolpati questo, allegrati

chè più superba altezza
al veganismo liquido

giammai non si chinò



Or dalle stanche ceneri
l’aroma che consola
il fuoco che purifica
e cuoce la braciola
qualcosa di mangiabile
infine a lui donò.

Leave a Reply

Fill in your details below or click an icon to log in:

WordPress.com Logo

You are commenting using your WordPress.com account. Log Out /  Change )

Facebook photo

You are commenting using your Facebook account. Log Out /  Change )

Connecting to %s

%d bloggers like this: