Hellas


A collection of poems, in Italian and English, written whilst travelling in Greece in the summer of 2013.

English: Ouzo | Olympia

Una collezione di poesie, in Italiano e Inglese, scritte durante un viaggio in Grecia nell’estate 2013.

Italian: Pronti! | Maratona 490 AC | Capo Sounio | Cariatidi | Delphi | Micene


Ελλάς
(National Anthem – Inno Nazionale)

greekflag

Σε γνωρίζω από την κόψη
του σπαθιού την τρομερή,
Σε γνωρίζω από την όψη,
που με βια μετράει τη γη.
Απ’ τα κόκαλα βγαλμένη
των Ελλήνων τα ιερά,
Και σαν πρώτα ανδρειωμένη,
χαίρε, ω χαίρε Ελευθεριά.

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Pronti!

Siam pronti per andare in quella terra
Baciata dall’azzurro greco mare
Che dopo quattro lustri fé tornare
Ulisse stanco di viaggi e di guerra

Sull’isola sorella, e a lei si asserra
Quell’altra dove poco a gongolare
Fanciullo veneziano poté stare
Il Foscolo, poeta che l’afferra

Nei suoi ricordi, dandole l’addio
Ed alle sacre sponde sue, Zacinto.
E cinta da quel mar di nostalgia

Rosso di sangue italico dipinto
Tripudio di beltà, degna di un dio,
Si erge Cefalonia, e ne son vinto.

greece

23 Luglio 2013
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Maratona 490 AC

Giunta l’ora fatale il Polemarco
Callimaco attendeva trepidante
Il messaggero prima dello sbarco

Dei Medi di Artaferne comandante.
Fidippide avea corso come mai
Da Atene fino a Sparta alacremente

Perché di fronte a tal nefasti guai
Quei prodi che Licurgo avea formati
Potean forse far si che a trarre lai

Fossero gli invasori e non gli opliti.
Il corridor tornò immediatamente
Dicendo che sarebbero arrivati

“Ahimè non ora, non sì prontamente
Per i Carneia, per divieto religioso!”
– Portò questa notizia devastante.

Tempo non c’è per sosta o per riposo
L’esercito deve lasciare Atene
E chiudere ogni strada a quell’intruso

Persiano che vuol metter le catene
A quelli che da poco, idea geniale,
Liberi da tiranni, tutti insieme

Con la democrazia, cambio epocale
Han regalato al mondo un gran sistema
Son pronti per morire contro il male!

Il male è Dario, e già la terra trema
Al passo delle sue truppe immortali
Che sfidano il nemico senza tema.

Su quella piana scendon forze tali
Da batter gli Ateniesi dieci a uno
Questi lo sanno, e sanno che letali

Saran le conseguenze se qualcuno
Invece che pugnar con eroismo
Fugge per non combatter con nessuno.

Non v’è alcuna viltà, non egoismo
E quando giunge il turno del comando
Al general Milziade l’entusiasmo

Sale alle stelle ed ecco, di rimando
L’ordine di attaccare viene dato
E al grido di “eleleu!” correndo

Si scaglia la falange, corpo armato
Pesantemente e carco di momento
Come un sol uomo, un unico soldato

Distrugge e crea panico e tormento!
Il Medo fugge, cerca la salvezza
Ma come due tenaglie il reggimento

Qualsiasi fuga fermamente spezza.
…Non lascia scampo questo mar di scudi
Non son soldati: sono una fortezza!

Finita la battaglia i corpi ignudi
Di vinti e vincitori son contati
Son settemila e più quelli dei rudi

Fanti orientali leggermente armati
E meno di duecento quei de’ Greci
Magnifici, vincenti, ora spossati…

…ma non c’è tempo, neanche per le preci
Atene, che è indifesa, va raggiunta
Più presto delle navi, e non son dieci

Son quasi cento, serve una rimonta!
In poche ore arrivano, è il successo:
La flotta scoraggiata non affronta

Quei vincitori ancora, non lo stesso
Destino voglion cogliere due volte…
E virano: infine hanno concesso

E si ritiran con le vele svolte.
Poi vanamente, qualche giorno dopo
– Riserve religiose oramai sciolte –

Arrivan gli Spartani con lo scopo
Di rinforzar le truppe degli Elleni
Pensando all’elefante contro il topo…

“Per batterlo ci vogliono leoni!!!”
E fu la lor sorpresa sacrosanta
Al realizzar che a farla da padroni

Senza di lor, a fronte di cotanta
Minaccia dall’Oriente dei Persiani,
Atene fu, ed a ragion si vanta.

A questi che salvarono il domani
Per tutti loro certo, ma non solo
Resero omaggio…ed oggi con le mani

Umili di poeta, e col cuor volo
Nel tempo, per portar ringraziamento
Per ricordare il loro immenso ruolo…

È lor cagion se vedo, parlo e sento!

1 Agosto 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Capo Sounio

Seduti sorseggiando aperitivi
Lo sguardo teso all’orizzonte glauco
In suoni immersi, ed in colori estivi

Noi ammiriamo del tramonto l’arco
Dipinger surreale sfumatura
Sul tempio greco che non è mai parco

Di sua magnificenza sull’altura
Ah! Celebra il trionfo sui Persiani
Dei Greci e fu Poseidone lor cura

Con tal ara premiar perché non vani
I loro appelli fur’ a quel fratello
Del dio che doma il lampo con le mani.

Le onde dell’asiatico fardello
Che navigava contro quegli eroi
Senza pietate fecero macello!

Ma questo promontorio dico a voi
Fu pure testimone di un evento
Più antico, doloroso e poi

Letale per il padre di un talento
Tale da dominare il Minotauro
Ma immemore che dopo quell’evento

Le vele del ritorno presso il Laurio
Dovea cambiar per segnalar salvezza
Bianche, ma le lasciò di color mauro

E fu così che dalla sacra altezza
Egeo si gettò in cerca della morte
E battezzò quel mar la sua tristezza.

E dopo queste poche rime corte
Il sole è tramontato oltre il pendio
Ei ci sovvien che tutto viene e parte

Ed ora mi congedo pure io.

2 Agosto 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Ouzo 

Look carefully, you’ll see the Olympian clouds
An ever changing, mesmerising mist
If it could speak be sure it would be loud
Some people like it with a lemon twist

Its spicy kick’s a tingle on your tongue
You feel it on your palate and your lip
Think liquorice and mix it with meringue
Just try it and you’ll want another sip

It’s really fresh, its colour is pure white
Like hallowed peace or like the sun-kissed wall
Of a Greek church, a humble, sacred site
It reaches deep, it infiltrates your soul

It’s summer served with ice into a glass
It’s OUZO, a celebration of Hellàs!

3 Aug 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Cariatidi

Sacro tra i luoghi sacri sulla rocca
A pochi metri dal grandioso Partenone
Di luce propria una marmorea costruzione
Risplende, e in fondo all’anima ti tocca

Se chiudi gli occhi vedi la casacca
Di Atena Poliàs che in processione
La polis offre, e del dio Poseidòne
La fonte dove l’acqua del mar sbocca

Ora li apri, e vedi quelle etterne
Custodi delle spoglie di Eretteo
Figlio di Efesto, e di Cecrope serpe

Sembrano vive, e reggon saldamente
La loggia, e quasi intatte, gratia deo
Son giunte a noi, Cariatidi “moderne”

Perché degli scultori il capomastro
Sapeva che la donna era un pilastro

6 Agosto 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Delphi

Apollo a Delfi d’ofide sicario
La lira muta, l’arco suo spezzato,
Dimora più non ha nel suo santuario
Tutto è distrutto, oracolo spirato…

Dioniso alle pendici del Parnasso
Non ode il tirso non sa ormai da quando
E non i timpani e neppure il passo
Delle sue menadi nel sacro sbando

Eppure flebile di quel che furono
Eco rimane in su a quell’almo monte
Pur devastate quelle pietre parlano
E parla dentro il cuore di chi sente

Ia voce degli antichi, coro esperto
Che irrora d’acqua là dov’è il deserto

7 Agosto 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Micene 

Gli Atreidi che condussero gli Achei
Contro Iliòn, con schiera così pingue
Da non bastar a Omero dieci lingue
Narrar senza l’aiuto degli dei

Vivevano in palazzi Micenei
(Il megaròn questi contraddistingue)
La cui memoria resta, non si estingue:
Son fatti di macigni che sol quei

Monoculi possenti, i gran Ciclopi,
Furono in grado d’erger, che bastioni!
Del loro travagliar per questi scopi

Il culmine è la Porta dei Leoni.
(Si dice che a Micene grossi topi
fossero divorati da micioni!!!)

9 Agosto 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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Olympia

The travel to Olympia had not been easy
Across peloponnesian mountain paths
The summer heat made distant things look hazy
They’ve come from far away, they’re here at last

They go past the gymnasium’s peristyle,
admire the Pilippeïon’s crafty pillars
And Hera’s ancient temple’s sober style
And Zeus’ near his altar made of cinders

The stadium’s now in sight, there’s trepidation
A worried look at Zenes that mark the cheats
So many have come here, from many-a-nation
The place echoes with memories of feats

Of champions past, their glory now enshrined
On statues and much poetry refined.

The athletes enter now onto the track
The crowds are roaring, standing all around
A prayer, then down on the starting block
The tension mounts, you cannot hear a sound

The race is all about these valiant men
One young and eager, famous for his pace
One older, but experienced, he knows when
To pounce for victory, to claim the race!

…They’re off! The sprinter has a blazing start
The old hat trails behind, but not too far
By half you almost can’t tell’em apart
But in the end he yields to the new star

And when the winner’s crowned, the other cheers
The father hugs the son: he’s now a peer!

And thus I celebrate humble defeat
Here at Olympia, in the scorching heat.

9 Aug 2013

Imago de Gabriele Albarosa.

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